mercoledì 25 maggio 2011

Cronologia delle imprese spaziali

1232    Frecce a razzo vengono usate in Cina nella Battaglia di Kaifeng.

1895    Zjolkovskij pubblica a Mosca "Sogno della Terra e del cielo", dove propone l'idea di un satellite artificiale in orbita al di sopra dell'atmosfera.
1903    Zjolkovskij pubblica "Esplorazione dello spazio cosmico mediante apparecchi a reazione".


1923    Il tedesco Hermann Oberth pubblica "Il razzo verso gli spazi interplanetari" nel quale, senza conoscere i lavori di Zjolkovskij e di Goddard, ipotizza un razzo a due stadi a propellente liquido in grado di sfuggire al campo gravitazionale terrestre.

1957    Il 4 ottobre l'Unione Sovietica mette in orbita Sputnik 1(compagno di viaggio), primo satellite artificiale, del peso di 81 kg; il 3 novembre va in orbita la cagnetta Laika.
cagnetta Laika


1960    Nasce la NASA, l'ente spaziale americano; Wernher von Braun ne è al vertice; lancio del primo satellite meteorologico (TIROS-1); lancio della prima sonda verso il Sole (Pioneer 05, USA); l'URSS lancia in orbita il satellite Sputnik 5 con due cani: il satellite viene fatto rientrare sulla Terra e i cani sono recuperati vivi, primi esseri viventi a rientrare dallo spazio.

1966    Primo atterraggio morbido di una sonda spaziale sulla Luna (Lunik 9, URSS); prima discesa di una sonda nell'atmosfera di Venere (Venera 3, URSS); primo satellite artificiale intorno alla Luna (Lunik 10, URSS).
Neil Armstrong
1969    Il 21 luglio primo sbarco umano sulla Luna (Apollo 11, USA); passeggiano nel Mare della Tranquillità Neil Armstrong ed Edward Aldrin, mentre in orbita li attende Michael Collins; seguiranno altri 5 sbarchi: Apollo 12, ancora nel 1969, Apollo 14 e Apollo 15 nel 1971, Apollo 16 e Apollo 17 nel 1972.

1981    Il 17 aprile primo lancio della navetta spaziale americana Columbia; con lo Shuttle incomincia l'era delle astronavi recuperabili.

1986    Il 24 gennaio Voyager 2 (USA) invia le prime immagini di Urano; il 28 gennaio, nell'esplosione del Challenger perdono la vita 7 astronauti; il 19 febbraio viene lanciata la stazione spaziale sovietica Mir, il 14 marzo la sonda europea Giotto sorvola il nucleo della Cometa di Halley e invia le prime immagini.

1990    Il 25 aprile lo Shuttle mette in orbita il Telescopio Spaziale Hubble, con uno specchio di 2,4 metri, ma inizialmente un difetto ottico ne limiterà le prestazioni; il 6 ottobre lancio della sonda europea Ulysses, la prima che sorvolerà i poli del Sole.
Stazione Spaziale Internazionale




1988    Lancio del primo modulo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS);  completa ha le dimensioni di un campo da calcio e pesa 450 tonnellate.

2011  Ultimo volo dell’Endeavour, lo shuttle della missione Sts 134, partito dalla stazione di Cape Canaveral. L’equipaggio dell’Endeavur, di cui fa parte l’astronauta italiano Roberto Vittori, attivo nell’ESA, avrà il compito di portare in orbita l’Alpha Magnetic Spectrometer, il “cacciatore di antimateria”.

lunedì 16 maggio 2011

Galileo e il cannocchiale

schema metodo scientifico sperimentale
Personaggio:Galileo Galilei (Pisa, 15 febbraio 1564 – Arcetri, 8 gennaio 1642)
Il suo nome è associato all'introduzione del metodo scientifico (detto spesso metodo galileiano o metodo scientifico sperimentale).








Galileo (1564-1642) realizzò il suo primo cannocchiale, capace di 3 soli ingrandimenti, nell’estate del 1609. Ma già il 21 agosto di quell’anno, alla presenza del Doge e di altri notabili veneziani, egli presentò uno strumento da 8 ingrandimenti, che gli valse la conferma a vita della cattedra padovana di matematica. In novembre, Galileo disponeva di un cannocchiale capace di ben 20 ingrandimenti, cioè di gran lunga più potente di tutti quelli all’epoca circolanti in Europa, i quali utilizzavano comuni lenti da occhiali, di bassa qualità e di focali non idonee.

Le scoperte di Galileo:
Grazie alla potenza del suo strumento, Galileo ottenne risultati straordinari nelle osservazioni della luna, dimostrò, infatti, che la sua superficie non è perfettamente sferica ne immacolata riuscendo perfino a calcolare l’altezza delle montagne lunari.
Successivamente, Galileo effettuerà l’eccezionale serie di scoperte astronomiche, esposte nel Sidereus Nuncius (Venezia, 1610), pubblicato nel marzo del 1610, e destinate a rivoluzionare per sempre la tradizionale visione del cosmo. Egli scoprirà, da prima l’esistenza, di una miriade di nuove stelle, mostrando che la stessa Via Lattea «non è che un ammasso di innumerevoli stelle disseminate a mucchi». E ancora, osserverà le strane apparenza di Saturno, delle quali quasi mezzo secolo dopo si individuerà la vera causa, la presenza, cioè,di un anello intorno al pianeta; poi osservò per primo le fasi di Venere, che dimostravano in maniera conclusiva il moto di rivoluzione del pianeta attorno al Sole. Ma la scoperta che gli procurerà fama immortale fu quella compiuta, nel gennaio del 1610, dei quattro satelliti di Giove, che Galileo, in omaggio alla dinastia che governava la Toscana, denominò Astri Medicei.

Per realizzare il suo primo cannocchiale, Galileo (1564-1642) si servì di un tubo di piombo, mentre quello dello strumento che egli presentò al governo veneziano era realizzato in latta ricoperta di rascia, una stoffa di lana grezza. Gli unici due esemplari sopravvissuti della vasta produzione galileiana, conservati presso l’Istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze, hanno entrambi tubi in legno: uno è costituito da due semicilindri cavi ricoperti di carta e tenuti uniti da quattro fili di rame; l’altro è realizzato con venti doghe incollate su carta e ricoperte di pelle rossa con bulinature in oro.
Cannocchiale di Galileo

Con l’aumentare delle dimensioni dei cannocchiali, esso divenne telescopico, costituito cioè da più sezioni scorrevoli l’una nell’altra,in maniera tale da ridurne l’ingombro quando non veniva utilizzato. Il materiale d’elezione divenne il cartone, leggero ma in grado di garantire la necessaria rigidità. Le sezioni secondarie erano spesso rivestite con carta marmorizzata e la sezione principale con pelle finemente decorata.



Cannocchiali
In ogni sistema telescopico l’obiettivo — anche se costituito da più elementi, sia convergenti, sia divergenti — deve sempre essere complessivamente convergente. Il cannocchiale galileiano e quello kepleriano si differenziano perciò solo per l’oculare, divergente nel primo, convergente nel secondo.





Fig  1 Schema ottico del cannocchiale galileiano

 Il cannocchiale galileiano (fig. 1) consta di una lente convergente (piano-convessa o biconvessa), con funzione di obiettivo, e da una lente divergente (piano-concava o biconcava) in funzione di oculare. L’oculare viene a trovarsi prima del fuoco dell’obiettivo, a una distanza da detto fuoco pari alla distanza focale dell’oculare. Poiché le lenti convergenti sono, per convenzione, positive (o di potenza ottica positiva) e quelle divergenti negative (o di potenza ottica negativa), possiamo dire anche che la distanza tra obiettivo e oculare è pari alla somma algebrica delle loro distanze focali. L’oculare negativo intercetta i raggi convergenti provenienti dall’obiettivo rendendoli paralleli e formando così, all’infinito (posizione afocale), un’immagine virtuale, ingrandita e diritta. L’ingrandimento del sistema è dato dal rapporto tra la lunghezza focale dell’obiettivo e quella dell’oculare. Sebbene fornisca immagini diritte senza l’ausilio di dispositivi erettori, il cannocchiale galileiano presenta il grave inconveniente di un campo visuale estremamente ridotto (il che lo rende, nella pratica, inutilizzabile oltre la trentina di ingrandimenti).

Fig  2 Schema ottico del cannocchiale kepleriano
 Il principio di funzionamento del cannocchiale kepleriano (fig. 2) è piuttosto semplice. L’obiettivo forma dell’oggetto osservato un’immagine reale, rimpicciolita e capovolta. L’oculare — che essendo costituito da una lente convergente di corta focale, è in pratica una lente di ingrandimento — ingrandisce l’immagine formata dall’obiettivo. L’immagine che si osserva è però capovolta e quindi, almeno nell’uso terrestre, il cannocchiale kepleriano deve essere dotato di un qualche dispositivo erettore, che, reinvertendo l’immagine, la raddrizzi. Questo svantaggio è tuttavia largamente compensato da un campo visuale assai più vasto e più uniformemente illuminato di quello offerto dai cannocchiali galileiani.

martedì 10 maggio 2011

Occorrenze nella letteratura

L'Eneide:
l'"universo" nell'Eneide, tutte le occorrenze.
                                  "Enea

e con lui l'amantissima Didone

si preparano andar ne' boschi a caccia,

non appena domani il sol nascente

co' suoi raggi riveli l'universo."
dal IV libro.

La Sacra Bibbia:
 l'"universo" nella Bibbia, tutte le occorrenze.

"[8] Neppure costoro però sono scusabili,

[9] perché se tanto poterono sapere da scrutare l'universo,
come mai non ne hanno trovato più presto il padrone? "
dal libro Sapienza capitolo 13.

Il Simposio di Platone:

      "Orientato ormai verso l'infinito universo della bellezza, che ha imparato a contemplare..."






Citazioni:
In questa pagina si possono leggere alcune citazioni di vari personaggi aventi per tema l'universo.
"La cosa più incomprensibile dell'Universo è che esso sia comprensibile."  Albert Einstein

Cosmologia Dantesca

 L’immagine che dell’universo avevano gli uomini del medioevo non era basata, come quella che ne abbiamo oggi, su un modello autonomo in cui la descrizione fisica risulti separata da un’interpretazione di tipo metafisico o teologico.

Dante riprende dalla cultura del suo tempo la concezione geocentrica (= Terra al centro del cosmo) dell'universo, cioè la cosmologia aristotelico-tolemaica, che sarà considerata valida fino a Copernico e a Galileo.
Il sistema cosmologico della Divina Commedia è dunque fondato sul modello dell’astronomo e geografo egiziano Tolomeo (II sec. d.C.), secondo il quale la Terra è al centro dell’universo e 7 pianeti (erano considerati tali anche la Luna e il Sole) le girano attorno.


Questo modello era stato associato alla fisica e alla metafisica di Aristotele (filosofo greco del IV sec. a.C.), la conformazione dell'universo viene trattata in particolare nella sua opera Fisica, che trova riscontro nella visione cristiana del mondo di S. Tommaso d’Aquino (teologo del XIII sec.)..
 Intorno al 150 d.C. Tolomeo riprese la Teoria Geocentrica di Aristotele e la perfezionò dando origine alla TEORIA COSMOLOGICA ARISTOTELICO-TOLEMAICA (perché la base è quella Aristotelica). Tolomeo riprende la Teoria e ne dà dei punti fermi:

   1. L’universo è sferico.
   2. Al centro c’è la Terra, attorno ad essa girano nove cieli e ogni cielo ha un pianeta. L’ultimo cielo (Primo Mobile) chiude l’universo.
 
Quindi l’universo, secondo la Teoria Aristotelica- Tolemaica, è finito, chiuso: al di là del Cielo Mobile non c’è più nulla.
 
La Terra è quindi circondata da 10 cieli concentrici, di cui quello esterno (Empireo) è immobile, perché sede di Dio, mentre gli altri 9 ruotano ognuno secondo un proprio moto. Di questi 9 cieli, 7 contengono i pianeti del sistema tolemaico (Luna, Mercurio, Venere, Sole, Marte, Giove, Saturno), uno le Stelle fisse e l'ultimo, il Primo mobile che dà inizio al movimento universale.



Occorrenze nella Divina Commedia di Dante
La parola universo è citata 13 volte; riporto una citazione:

"ché non è impresa da pigliare a gabbo

discriver fondo a tutto l'universo, "
 dal canto 32 dell'Inferno.